DISCORSO DI RINGRAZIAMENTO IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DELL’ ERIC BERNE 2009 MEMORIAL AWARD A DOLORES MUNARI PODA
Sono onorata e felice di ricevere il Premio Berne 2009 per il mio lavoro con i bambini.
Desidero ringraziare in modo assolutamente speciale Fanita English che, con la sua autorevolezza, ha presentato e sostenuto la mia candidatura coinvolgendo come co-sponsor in questa impresa prestigiosi colleghi analisti transazionali.
A ciascuno di essi e a Fanita, mia maestra e mia guida nello studio e nella vita, va la mia profonda riconoscenza.
Con particolare commozione desidero ricordare nella presente occasione di festa Maria Teresa Romanini, la più grande terapeuta infantile in Analisi Transazionale, la più colta e la più completa, alla quale tutti noi suoi allievi siamo debitori di una visione di cura rigorosa, affascinante, modernissima, forse ancora non completamente esplorata e diffusa.
A Fanita English e a Maria Teresa Romanini, a tutti i bambini, ai genitori e agli educatori che mi hanno concesso il privilegio di stare vicina ai loro piccoli in questi anni di lungo apprendistato terapeutico, ai colleghi che hanno generosamente condiviso riflessioni, pensieri, esperienze, dedico questo premio che mi è particolarmente caro per gli affetti familiari, amicali e professionali che vi sono collegati.
Questo Premio sottolinea ed evidenzia quanto sia importante, nel pensare oggi la relazione terapeutica, l’attenzione ai bambini e al Bambino interiore delle persone che ci è dato incontrare.
L’Analisi Transazionale infantile è arte sottile.
Essa implica e prevede raffinatezza, ricchezza intuitiva e acuta comprensione dell’aspetto relazionale rispetto al bambino, alla famiglia e all’ambiente.
Sulle delicate spalle di ogni cucciolo è appollaiato tutto intero il suo albero genealogico.
Ogni vicenda di bambino ha intricate radici che affondano lontano, spesso nel male oscuro di vicende familiari irrisolte.
Per questo l’Analisi Transazionale in età evolutiva è una terapia di confine, un incontro/scontro prezioso, complesso ed esclusivo, a volte durissimo.
E’ un ponte naturale tra molti e diversi saperi.
E’ un “prendersi cura” gentile e potente al tempo stesso, perché tocca lo script in formazione del bambino e il suo contesto familiare e culturale.
Nella relazione terapeutica i bambini sono maestri di processi consci e non consci, sia per la competenza nel saperli cogliere, sia per la capacità di risvegliarli nel proprio interlocutore in un continuo fertile scambio di reveries.
Le conversazioni con i bambini sono spesso conversazioni al confine del sogno, per citare il bellissimo lavoro di Ogden. (Ogden, 2001)
Al confine metaforico tra conscio e inconscio si situano i giochi giocati, i disegni, le storie, le confidenze, le avventure, le favole, i combattimenti, le guerre, gli incantesimi, i sogni ad occhi aperti, le fantasie, le congetture, i modi meravigliosi e unici che i bambini scelgono per stare vicino a noi nella stanza della terapia.
Se incontrare un bambino significa diventare per un tempo breve o lungo suo compagno di viaggio in terre nuove, viaggiare significa anche trovare luoghi in cui sostare.
Occorre un posto per tenere vive le storie dei bambini, affinché ciò che i bambini creano nei loro mondi personali resti adeguatamente protetto.
A questo serve la stanza della terapia, un luogo di sosta magico per eccellenza.
Un luogo sempre lo stesso, privato e protetto, un giorno sempre lo stesso, difeso e mantenuto, un’ ora sempre la stessa, con la sua speciale atmosfera.
Perchè la magia ha bisogno di rituali.
Molti bambini hanno troppe case o nessuna casa, spesso nessun posto caldo per l’anima.
Così, la loro “patria”, per qualche tempo, è spesso la stanza d’analisi.
Per questo la terapia dei bambini ha bisogno di umiltà, di desiderio di approfondire, di ricercare sempre, di condividere, di amore per la verità e di profondo rispetto.
Elias Canetti diceva:
“Imparai a conoscere l’intimità con un essere pensante, e in questo l’essenziale non era soltanto ascoltare ogni parola, ma cercare di comprenderla, e dimostrare di averla compresa rispondendo con precisione, senza travisarla.
Il rispetto per le persone comincia da questo: non passare sopra alle loro parole.”(Canetti, 1980 )
Non passare sopra le loro parole, sopra i loro disegni, e sopra i loro giochi, se sono persone bambine.
E’ questo, io credo, il senso profondo della terapia con i bambini.
Bibliografia
Ogden T., Conversations at the frontier of dreaming (Jason Aronson Inc., Northvale, New Jersey, London, 2001, (tr.it. Conversazioni al confine del sogno, Roma, Astrolabio, 2003)
Canetti E., Die Fackel im Ohr ( Carl Hanser Verlag, Muenchen-Wien, 1980), (tr. it. Il frutto del fuoco, Milano, Adelphi, 1982 )